La Scuola Facilitatori nasce nel 2007 con l’obiettivo di promuovere i metodi della “facilitazione esperta” e la figura del “facilitatore” nei contesti organizzativi e sociali, nei casi di rotture e divisioni nei gruppi di lavoro, per introdurre il benessere, il coinvolgimento, l’ingaggio sociale. La mission della Scuola è sostenere soggetti e gruppi nella capacità di trasformare il disagio in opportunità, le divisioni in possibilità di unire (“union-making”).
La Scuola promuove una linea di programmi per le organizzazioni (facilitare il lavoro) e una linea per la persona (competenze per vivere), codifica un percorso formativo alla facilitazione organizzato su tre livelli. La Scuola Facilitatori è diretta dal dr. Pino De Sario, psicologo sociale, esperto in facilitazione, già docente all’Università di Pisa e autore di numerosi libri in materia.
La Facilitazione come materia di studio nelle Università
- Università di Pisa, Corso di laurea in Scienze per la pace, triennale e magistrale, dove per dieci anni è stato condotto l’insegnamento di “Metodi di facilitazione del conflitto” (2007-2023).
- Università di Siena, Dipartimento di Lettere e Filosofia, sede di Arezzo, Master in Counseling relazionale, diretto dal prof. Enrico Cheli, è stato curato per sette anni l’insegnamento specifico sui “Metodi per facilitare” (2003-2010).
- Università di Parma, Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Master in Case/Care management in ospedale e sul territorio per le professioni sanitarie, docenza su “La facilitazione in sanità” (2017).
- Università La Sapienza di Roma, Dipartimento di Scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche, docenza su “La biblioteca di pubblica lettura e la facilitazione” (2017).
- Università di Bologna, Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia, Master in Politiche di sicurezza e Polizie locali, sono state curate docenze sulla “Introduzione della Facilitazione nei Comandi di PL” (2015-2016).
- Università di Pisa, Dipartimento di Economia e Management, Master in Management delle aziende sanitarie, docenza su “La facilitazione in Sanità” (2016).
- Università La Sapienza di Roma, Dipartimento di Infermieristica, Master in Coordinamento infermieristico, diretto dalla prof. Julita Sansoni, docenze su “La facilitazione in sanità” (2015).
- Università di Firenze, Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Master in Mediazione dei conflitti sociali e interculturali, docenza sui “Metodi della facilitazione” (2007).
- Università di Ancona, Dipartimento di Agraria, docenza su “Facilitatori di focus group” (2002).
- Università di Urbino, Dipartimento di Scienze Ambientali, Master in Sostenibilità, docenza su “Facilitatore di Agenda 21” (2002).
I nostri obiettivi come istituzione
Ci troviamo in una fase di transizione in cui approcci e funzionamenti del passato dimostrano di non rispondere più alle criticità del presente. I vecchi modelli di socializzazione e aggregazione trovano difficoltà di espressione, ma ancora non sono emersi nuovi modi e nuovi stili in grado di far fronte alle mutate situazioni e ai bisogni emergenti che caratterizzano oggi le società complesse. Un bisogno sopra tutti gli altri è quello di poter contare e di dire la propria nelle questioni di programmazione e pianificazione delle attività ordinarie e straordinarie inerenti il quotidiano. Siamo pertanto in presenza di un paradosso: si continuano ad applicare vecchi modelli comunicativi a situazioni nuove, si va incontro a complesse dinamiche relazionali e conflittuali con le poche e insufficienti abilità ereditate dai contesti passati, e questo non aiuta. Per questo il nostro scopo è promuovere la Facilitazione e i suoi metodi, per fornire nuovi ed efficaci strumenti utili per il coinvolgimento, l’inclusione, l’ascolto, la progettazione multi-attore.
Obiettivo-1
Formare alla Facilitazione.
Le figure che la Scuola promuove.
■ Trainer-facilitatore (professionista): un avvocato, un architetto, un ingegnere, che aggiunge la competenza della facilitazione; in questi anni per esempio abbiamo formato avvocati, coach, counselor, coordinatori infermieristici, ispettori di polizia locale, educatori, psicologi, biologi, assistenti sociali, ostetriche e project manager.
■ Trainer-facilitatore (capi e dirigenti): un soggetto dell’organizzazione con ruolo di dirigente o capo, che aggiunge alle proprie competenze tecniche, un repertorio di base per la facilitazione dei gruppi, la leadership direttiva e partecipativa, la trasformazione delle emozioni negative e l’apprendimento costante.
■ Facilitatore esperto (specialista e consulente): la stessa denominazione richiama al compito principale di apporto specifico alla facilitazione del gruppo, che si pone nell’ambito delle abilità manageriali, a supporto dei processi di apprendimento sia in contesti critici e conflittuali sia in quelli di tipo complesso e di cambiamento.
■ Facilitatore pratico (adulto, cittadino, genitore): l’adulto o il cittadino, un genitore che nella sfera privata e personale intende diventare più consapevole e più competente, aumentando le capacità nelle relazioni affettive, sociali, amicali, per la crescita personale, l’auto-miglioramento e la relazione di aiuto.
■ Tutor-facilitatore (facilitatore occasionale): figura professionale preposta prevalentemente alla funzione di tutorato di un’esperienza singola (gruppo di un reparto aziendale, circolo di studio, gruppi tematici territoriali), referente di accompagnamento di uno specifico processo produttivo o di nuova socializzazione o anche di apprendimento
Obiettivo-2
Divulgare, educare, aiutare.
■ Facilitazioni sul campo: supporto pratico e diretto in posizione “terza” presso i tavoli multi-attore e multi-professionali, dove ogni attore è preso quasi inevitabilmente da uno sguardo chiuso e singolare.
■ Educazione alla facilitazione: divulgazione della Facilitazione e dei temi sottostanti (gruppo, comunicazione, conflitti, emozioni, riunioni) presso contesti diversi, in piccole e medie unità di gruppi e divisioni, presso organizzazioni, fondazioni, nel sociale.
■ Circolo facilitatore: incontri periodici aperti a tutti, non sono conferenze frontali, bensì incontri circolari, attivi, laboratoriali, inclusivi, pratici e divertenti. La voce di alcuni partecipanti alle edizioni svolte: “Quando vado via di qui mi sento meglio di quando sono arrivata”, “Gli incontri del circolo mi arricchiscono e mi fanno riflettere e tutto ciò mi rasserena e mi fa pensare positivo”, “Mi dà la possibilità di crescere nelle mie capacità relazionali e la possibilità di confrontarmi con persone di tante realtà diverse”.
Obiettivo-3
Codificare il sistema di competenze del facilitatore.
Il facilitatore, quale presenza neutra e terza nei contesti socio-organizzativi. Codifica da attuare in collegamento con altre Scuole del settore, interpellando agenzie statali e regionali preposte ai repertori di competenze.
Obiettivo-4
Connettere la Facilitazione alle altre forme di arte.
È partita nell’ottobre ‘21 la campagna comunicativa della Scuola Facilitatori, denominata ArteRé. Avevamo l’esigenza di svolgere una comunicazione che potesse diffondere i temi, i valori, le visioni della “facilitazione esperta”. Le caratteristiche di ArteRé sono: a) la relazione è un’arte e l’arte è relazione; b) entrambe funzioni umane che calmano, aprono le menti, spingono verso innovazione, evoluzione, bellezza; c) nella campagna tocchiamo volti e valori di autori, arti, ricercatori, approcci, scuole di pensiero.